La giornata della memoria è un’esigenza che risponde alla necessità di guardare ciò che è stato per saper programmare in modo forse diverso il percorso futuro.
La memoria è una trama esile, che va ripresa, ritessuta, a volte perfino rammendata. In questo senso, fare memoria significa non riscrivere, ma rileggere la storia per consentirci di mutare non il passato ma il futuro, non la storia scritta, ma quella che si deve ancora scrivere.
E’ un compito di alto impegno, che prescinde da qualsiasi credo religioso, quello che il ricordare pone di fronte a noi.
Occorre avere la forza di coltivare quella parte “sana” che alberga in ciascuno di noi e che ci mette nella condizione di individuare le derive, sempre in agguato, verso le quali, a volte, le situazioni contingenti possono spingere i nostri comportamenti.
Occorre saper distinguere il giusto dall’ingiusto. Il bene dal male.
Ai miei figli, ai miei allievi e a voi ragazzi della mia scuola ho ricordato spesso che occorre “Ragionare con la propria testa” senza omologarsi per compiacenza o per moda. Far guidare le azioni da principi e valori, non da pulsioni, dalla pigrizia o dalla paura.
Ci aiuta la memoria che deve riaccendere davanti agli occhi di tutte le generazioni ciò che è accaduto. Ci aiutano le parole dei testimoni, dei sopravvissuti. Ci aiuta il testamento spirituale di Primo Levi “Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole, Scolpitele nei vostri cuori. Ripetetele ai vostri figli… “
Bisogna continuare a ripeterlo perché le cose si apprendono soltanto se acquistano voce e convinzione.
Si invitano tutti i docenti a predisporre lezioni dedicate in vista del 27 Gennaio p.v.
Grazie ai ragazzi, ai docenti, alle Amministrazioni che partecipano in forme diverse alla celebrazione di questa Giornata e che ancora una volta dimostrano di appartenere ad un’unica grande comunità che educa ai valori che la contraddistingue.
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